martedì 29 dicembre 2015

CALIBRO 90

Werlè Erben ha già trovato spazio altre volte (vedi qui e qui), ed oggi torniamo sul tema con un'incursione in uno dei Cru più pregiati del Pfalz: il Pechstein di Forst, un vero e proprio “Grand Cru” di origine vulcanica, sassoso e ricco di basalto nero che gli dà nome (pech significa pece). Qui vicino, fino agli anni '80, c'era una cava di estrazione del basalto, roccia che in vigna ha la capacità di immagazzinare il calore durante il giorno per restituirlo di notte.


17 ettari con altitudine che parte da 120 metri e sale fino a 160 metri s.l.m., fermandosi poco prima della zona più fresca vicina al bosco, dove il Pechstein lascia spazio al meno pregiato Musenhang. Il Pechstein confina con l'Ungeheuer ed il Jesuitengarten, altre vigne di massimo pregio secondo la classificazione del Regno di Baviera risalente al 1828.
 

Forster Pechstein spätlese 1990 - Werlé Erben
Naso ricco e complesso, in continua evoluzione tra note minerali, frutto e florealità: ardesia, petrolio, ananas candito e confettura di susina gialla, zafferano.
Bocca compatta e solida, di freschezza e sapidità vibranti, secca (anche se l'”etichetta” scritta a mano non lo specifica) e con finale leggermente amarognolo. Ritorno retro-olfattivo agrumato (pompelmo, arancio) con sfumature finali quasi di muschio.
Complessa e viva, polifonica, gran bella bottiglia.


martedì 15 dicembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 11

L'ultimo video di quest'anno della video-schule è una produzione "Munchies" (2015, Vice Media) che, grazie a Billy Wagner, ci porta prima da Ernie Loosen durante la vendemmia nell'Erdener Treppchen, poi da Katharina Pruem alle prese con una simulazione di potatura nel Wehlener Sonnenuhr (simulazione perché ancora troppo presto per potare realmente), infine a Zeltingen per una divagazione culinario-venatoria e per una toccata-e-fuga da Markus Molitor.
16 minuti godibili, mettetevi comodi. Buona visione.



domenica 6 dicembre 2015

PICCOLA SCUOLA DI GIARDINAGGIO - II ANNO

ONAV Piacenza e RieslinGarten tornano ad incrociare le rispettive strade a distanza di un paio di anni. Dopo la serata alla Cascinotta nel 2013 (vedi qui) per un’introduzione generale al tema, questa volta, a Piacenza, si è parlato più che altro di Mosella e degustato esclusivamente Mosella. Un mondo che, nonostante da diversi anni ormai veda bottiglie e produttori di spessore importati in Italia, resta pur sempre un oggetto misterioso per molti appassionati, un pianeta strano, ma accogliente, da scoprire passo dopo passo.


Bella partecipazione di pubblico (degustatori ONAV, produttori, appassionati), organizzazione impeccabile ed una sequenza di sette vini provenienti dai più rappresentativi siti della Media Mosella, il cuore dell’area, e da produttori di comprovato valore.
Di seguito il racconto dei vini degustati. Un grazie a Luca Cannizzaro per le belle foto.


Wehlener Sonnenuhr kabinett trocken 2012 - Kerpen
Unico vino trocken (secco) della serata, che ha il compito di far da ponte tra il concetto di vino bianco così come lo intendiamo abitualmente dalle nostre parti e così come lo intendono storicamente in Mosella.
Naso inizialmente un po’ chiuso, ma che si apre subito su toni di mela verde e roccia per poi muoversi tra sbuffi gassosi e note erbose. In bocca è tagliente e nervoso, verticale e un po’ stretto, come fosse compresso e attorcigliato su sé stesso senza ancora riuscire a trovare una distensione ariosa; finale leggermente amarognolo. Ancora molto giovane (ha solo tre anni di vita), sprigiona un’energia sapida vigorosa che è un invito a riprovarlo tra quattro-cinque anni.


Erdener Treppchen kabinett 2013 - Dr. Loosen
Primo kabinett con residuo zuccherino della degustazione, didattico nel rappresentare la propria categoria. Naso dove si alternano sensazioni di frutto (pesca, pera, agrumi) e minerali, con una vaga componente affumicata.
Bocca sottile dove gli equilibri tra acidità, zuccheri e alcol non sono ancora perfettamente compiuti, ma riescono a costruire un’impalcatura semplice già di buona gradevolezza.

Bernkasteler Doctor kabinett 2013 - Dr. Thanisch/Erben Thanisch
Secondo kabinett 2013 degustato e primo picco della serata. Si sale di tono, di peso e di complessità, emerge la potenza del Doctor. Colore più carico e, in generale, una concentrazione quasi da spätlese.
Gli aromi spaziano da note di frutti gialli (pesca, albicocca e ananas) quasi in confettura a sfumature “dolci” (miele, mandorla). Palato in bilico tra frutto e mineralità, ricco e polposo, profondo grazie al contrasto tra dolcezza e tensione acido-sapida.


Piesporter Goldtröpfchen spätlese 2011 - St. Urbanshof
L’ariosa potenza quasi tropicaleggiante del Goldtröpfchen si esprime nei toni di confettura di pesca, mango e susina gialla. Palato avvolgente, grasso e tondo, con retrogusto di zenzero che ravviva il finale. Nel complesso, come per molti altri vini della stessa annata prodotti in zona, un vino più spostato sul versante della maturità e della grassezza, con acidità relativamente contenuta.

Graacher Domprobst spätlese 2001 - Von Kesselstatt
Altro picco della serata. Profilo snello ed elegante, forse più in bocca che al naso, dove il frutto in confettura (anche lievi sensazioni di rabarbaro) e le erbe secche (timo) creano comunque un quadro di gradevoli sfumature terziarie.
Palato di grande bevibilità: sviluppo continuo e regolare, ben contrastato, e finale deciso e sicuro,  molto vivo, allungato da una acidità quasi sferzante.


Erdener Treppchen spätlese 1994 - Meulenhof
Per molti il vino più sorprendente della degustazione: 21 anni di vita racchiusi in un quadro che, a partire dal colore, esprime gioventù ed energia.
Naso che alterna scie di cherosene a toni di selce, camomilla e frutti gialli in confettura. Ampio e fine, complesso. Il palato parte deciso, innervato dalla freschezza acida, sembra quasi danzare sulle punte per poi sorprendere con un finale deciso e compatto, fresco e ricco di propulsione, che lascia presagire ulteriori, felici sviluppi negli anni a venire.

Ürziger Würzgarten auslese 1997 - Schwaab/Kiebel
Per questo vino la serata non inizia nel migliore dei modi: la prima bottiglia stappata delle tre disponibili sa di tappo, potenziale segno di sventura. Le restanti due bottiglie sembrano mostrare qualche differenza l’una dall’altra; nel mio bicchiere escono note di frutto dolce-maturo tendente all’ossidativo, miele e qualche sensazione fungina, quasi di muffa, poi caramella mu. Bocca piena, ma un po’ corta, come tronca, intensa all’inizio, ma che non trova slancio nel finale dando l’impressione di un vino dal carattere un po’ greve.


venerdì 27 novembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 10

Colpevolmente poco presente su queste pagine, l'Alsazia è protagonista del decimo video della nostra video-scuola. Un video della Michelin dedicato al Clos Sainte Hune e alla famiglia Trimbach; come a dire, in un colpo solo, uno dei vigneti più importanti in assoluto per il Riesling ed una tra le aziende che meglio interpretano il nostro vitigno preferito. Qui il link ad un assaggio del Clos Sainte Hune 1999.
Qui sotto il video. Buona visione.


sabato 14 novembre 2015

WEINS-PRÜM SPÄTLESE 2013

Già avvistato in questo blog (vedi qui e qui), Bert Selbach vanta due parcelle di vecchie vigne nel Wehlener Sonnenuhr (una proprio accanto alla meridiana, l'altra più in basso, poco prima della Mosella), oltre che piccoli appezzamenti nel Graacher Dombropst, nel Graacher Himmelreich, nell'Ürziger Würzagarten e nel Erdener Prälat.

particolare del suolo del Wehlener Sonnenuhr
Stavolta parliamo di due vini dell'annata 2013 imbottigliati a fine marzo 2014, per un'annata che anche in casa Weins-Prüm ha avuto rese medie basse (35 hl/ettaro). Un confronto tra due diversi spätlese da altrettante vigne "classiche".

Parte delle vigne di Bernkastel, Graach e Wehlen
Per entrambe le bottiglie il livello è molto alto. Vini, naturalmente, ancora molto giovani e che solo parzialmente comunicano il proprio carattere. I nasi soprattutto devono ancora aprirsi, mentre al palato la leggibilità e la stoffa dei vini è già più evidente.

Graacher Domprobst spätlese 2013
Preciso ed espressivo. Al naso albicocca e pesca con nitidezza, poi susine gialle e scie finali di zafferano. Sviluppo gustativo in scioltezza, nonostante una concentrazione quasi da auslese, e finale molto persistente. Più frutto (in confettura) che mineralità.


Wehlener Sonnenuhr spätlese 2013
Grande vino, molto complesso: concentrato, setoso e molto lungo, ma anche di grande bevibilità. Anche qui il naso, in questa fase giovanile, è giocato soprattutto sul frutto (in particolare tropicale, ananas). Unisce peso e ricchezza allo sprint, con un'ampia gamma di sfumature sia al naso che in bocca.


domenica 1 novembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 9

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Riesling in una divertente animazione di Pacific Rim.
Dura circa 8 minuti. A voi:
    

lunedì 19 ottobre 2015

VIGNA MARTINA

Oltre la Storia è una bella cosa nata in Oltrepo' nel giugno 2012, per mano e per testa di Matteo Bertè, Francesco Beghi, Giorgio Liberti e Roger Marchi che, fino ad oggi, ha preso forma in 18 serate presso il Ristorante Prato Gaio di Versa (Montecalvo Versiggia). Un progetto volto a comprendere le potenzialità del territorio oltrepadano, cercando di avvicinare curiosi e appassionati all'altro Oltrepo', quello meno noto alle masse e più vero: quello che non passa per le cronache giudiziarie, quello dei Riesling Renano che sfidano gli anni, di alcuni tra i migliori Metodo Classico italiani, di Pinot Nero, Barbera e Croatina sorprendenti.
Il RieslinGarten segue questa avventura dalla nascita, grazie soprattutto alle scorribande dell'amico Alberto Alfano che, appena può, fugge dal caos milanese per rifugiarsi un paio d'ore nell'oasi di Prato Gaio. Oltre La Storia aveva inaugurato il proprio programma con una verticale del Riesling Vigna Martina di Isimbarda (di cui non avevo parlato perché questo blog sarebbe nato di lì a qualche mese, anche se Alberto era presente alla serata) e a distanza di circa tre anni ha deciso di replicare con una nuova verticale dello stesso vino.
 

Qui trovate il post degli amici di Oltre la Storia con il racconto di quel 21 giugno 2012 ed info sul vino, mentre di Isimbarda e di Vigna Martina trovate tracce in questo vecchio post del RieslinGarten
Di seguito invece posto il bel racconto dell'evento del 25 settembre 2015 nelle parole di Alberto. Buona lettura. Un grazie speciale per le foto a Mauro Rossini.

di Alberto Alfano
"Alla serata, condotta con professionalità e passione da Francesco Beghi, Isimbarda ha presentato, in degustazione abbinata al menu, quattro annate di Riesling Vigna Martina (2014, 2013, 2007 e 2006).
 

Sala particolarmente affollata che poteva contare sulla presenza di vari professionisti del settore, tra i quali Giuseppe Vaccarini, ex presidente dell'Associazione Italiana Sommelier ed ex vincitore del concorso per il miglior Sommelier del mondo. Per Isimbarda erano presenti l’enologo Daniele Zangelmi ed il suo braccio destro Mauro Suario.
 


Isimbarda è una azienda di 40 ettari sparsi tra Santa Giuletta e Mornico Losana; 30 gli ettari vitati e di questi 3 dedicati al Riesling Renano, prodotto per la prima volta nel 2002. 
Una interessante Insalata di lingua salmistrata con pomodori secchi, pane tostato, capperi e olio extravergine viene proposta in abbinamento al Vigna Martina 2014, vino dalla acidità importante e dal naso fine ed elegante. L’annata se la ricordano tutti. Le piogge che l’hanno caratterizzata (26 giorni di acqua nel solo mese di luglio!) non hanno contribuito a produrre vini ricchi e polposi ed anche questo esemplare non spicca per corpo e ciccia, ma semmai per mineralità e freschezza che accentuano una sensazione di leggerezza, soprattutto al palato. Sia al naso che in bocca risaltano le sensazioni di lime e pompelmo e l’approccio olfattivo si completa poi con note floreali e leggermente balsamiche. Ottima impressione finale anche in considerazione dell’annata. L’abbinamento pare appropriato. Il piatto è "fresco", con buon amalgama tra le componenti. La freschezza del piatto si sposa bene con la beva nervosa del Riesling che però, pur avendo un corpo non prorompente, produce una sensazione gustativa addirittura leggermente coprente nei confronti del piatto.
 

Si passa al Vigna Martina 2013, in abbinamento a Le acciughe fanno il pallone (omaggio ad una canzone di De Andrè), acciughe fritte che contengono un insieme di verdure: il tutto è molto accattivante. Anche in questo caso il connubio è ben riuscito. Il 2013 è un vino che riflette bene l'annata, caratterizzata da condizioni che hanno apportano buona acidità e profumi (pesca, ananas, agrumi). Qui si ritrovano anche alcune note evolutive leggermente idrocarburiche e sentori che ricordano lo zafferano. Una lieve tannicità e la pienezza in bocca, accompagnata da una nervosa acidità, permettono di reggere la frittura di acciughe, inoltre le sensazioni olfattive, ananas e pesca in primis, condividono l’esplosione di odori e sapori del piatto. In generale le note agrumate, gli accenni balsamici e minerali del 2013 portano ad una bocca più grassa e ricca rispetto all’annata 2014. 
A questo punto il buon Roger Marchi mi dà il privilegio di assaggiare, fuori lista, una bottiglia di Vigna Martina 2010. Il vino si presenta di colore più carico, ma vivo e nitido. I sentori olfattivi, con piacevoli aromi di pietra bagnata, evidenziano una evoluzione regolare, meno esplosiva ma più fine rispetto al 2013. La bocca è carica, ricca, ma slanciata. Quasi non si sentono i tre anni di maturazione in più rispetto all’annata 2013. Un vino che emana giovinezza. L’abbinamento con il Risotto con caprino del Boscasso, al profuno di lime e timo è ottimo, con una bella chiusura che pulisce la bocca e risalta i piaceri organolettici di entrambe le creazioni. Mi piace ricordare cosa avevo scritto in occasione della precedente degustazione di tre anni fa della stessa annata: "L’annata 2010 ha note immediate e piuttosto nette di lieve idrocarburo, pietra bagnata, menta, fiori ed erbe aromatiche. Sapidità e sentori minerali hanno accompagnato la degustazione. La bocca si presenta con un notevole freschezza che caratterizza un vino dalle percezioni lunghe e persistenti, integro, dal bel finale di bocca che chiude con accenni di frutta candita e di panettone. L’abbinamento è con una crema di borlotti, crostini di pane ai cereali e freguglie di aringa affumicata: funziona decisamente bene. Il vino, dalla ottima acidità e mineralità gustativa, aiuta a pulire bene le escursioni salate dell’aringa".
 

Nella scaletta ufficiale però, in accompagnamento al risotto, viene presentato il Vigna Martina 2007, anch'esso già proposto nella degustazione del 2012. Qui il naso vira decisamente verso l’idrocarburo, il metallo, la pietra focaia, il cappero. La bocca è vitale, pulita, complessa, calda, ricca, piena. Interessante l’acidità che sostiene ottimamente una tale struttura. Struttura che, di contro, sovrasta un po’ il risotto. Tre anni fa l’annata 2007 chiuse il menù e questi furono i commenti sul vino e sul suo abbinamento al piatto all'epoca proposto: "L’inizio al naso, sia pur ancora un po’ chiuso, evidenzia chiaramente note piacevoli di idrocarburo. Il panorama dei sentori vira poi decisamente verso la frutta candita. In bocca appare molto teso, più ‘magro’ dei precedenti, ma con una significativa mineralità e acidità, che gli garantiscono ancora molti anni di longevità. Un prodotto molto interessante, di spiccata personalità e grande equilibrio. Gli viene accostato un piatto di baccalà cucinato con uvetta e cipolle, accompagnato da una ottima polenta. Anche in questo caso due sposi di notevole presenza, ma con qualche attrito di convivenza".
 

Tornando ad oggi, il Vigna Martina 2006, quarto vino in scaletta stasera, invece, è quello che risente maggiormente dell’invecchiamento. Non c'è, al naso, l’idrocarburo vivo del 2007, è più seduto. Prevalgono note di frutta candita e miele. C'è complessità, ma con la percezione di una fase evolutiva ormai quasi in dirittura finale. In bocca non regnano armonia ed equilibrio come nelle annate precedentemente degustate, si ha invece una sensazione di scompostezza, con meno acidità, più morbidezza, dove l’alcol predomina. Questo si ripercuote sull’abbinamento con il piatto di Arrosto morbido di conigli con pere cotte nel loro intingolo, che non appare pienamente centrato, anche se alcune assonanze funzionano. 
Infine, la maestria delle sapienti mani della cuoca Daniela Calvi ci propongono, in chiusura, una Zuppetta tiepida di susine cotte in vino e spezie con gelato alla cannella, notevole, a suggello di una serata veramente molto piacevole."
 

sabato 10 ottobre 2015

MERKELBACH 2013

Merkelbach? Sì, sempre loro. Per un approfondimento sull'azienda vi rimandiamo qui, mentre per ripercorrere altre annate e ad altri assaggi andate qui e qui.


Annata complicata, il 2013, con rese molto basse in tutta la Media Mosella e solo 10.000 bottiglie prodotte dai due fratelli (circa 50% in meno rispetto alle medie abituali), anche perché il 20 giugno una grandinata ha colpito il Kinheimer Rosenberg. Un solo kabinett prodotto (di cui parliamo qui sotto), in generale gradi Oechsle elevati con acidità spiccate.

 
Vendemmia iniziata il 21 ottobre e terminata il 4 novembre; imbottigliamento per tutti i vini il 17 aprile 2014.
Nella degustazione odierna ci concentriamo sul confronto tra due vini provenienti dall'Ürziger Würzgarten (vedi qui un vecchio post in cui si parla di questa mitica vigna), un kabinett e una spätlese.

Ürziger Würzgarten kabinett 2013
(Alcol 8,6%, Oechsle 87, Estratto 30,7 gr/l, Acidità 8,1 gr/l, Residuo Zuccherino 44,4 gr/l)
Già ora molto piacevole, apparentemente semplice, in realtà è ricco di polpa che deve ancora trovare piena espressività e distendersi un poco. Succoso e di grandissima bevibilità, per ora a livello aromatico si esprime soprattutto su toni di fiori bianchi e pesca bianca.


Ürziger Würzgarten spätlese 2013
(Alcol 9,02%, Oechsle 91, Estratto 32 gr/l, Acidità 8,6 gr/l, Residuo Zuccherino 40 gr/l)
Naso dal raffinato carattere dolce-speziato, con accenni floreali e di pesca gialla, di scorza d'arancia e cannella; bocca tesa e strutturata con finale molto lungo. In generale combina sensazioni "tropicali" ad altre più fresche: perfetta unione di vigna/terroir e annata. Classico.


domenica 27 settembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 8

Abbiamo parlato più volte dell'Erdener Pralat, mitica vigna della Media Mosella (vedi qui, ad esempio), unica per posizione, suolo e microclima.
Ernst Loosen ci guida all'interno del vigneto raccontandone le caratteristiche.
PS Chi soffre di vertigini salti i secondi 37 e 38...



lunedì 14 settembre 2015

WILLI SCHAEFER 2013

di Vittorio Barbieri

Willi Schaefer, in azienda dal 1971, dal 2002 è affiancato dal figlio Christoph in cantina.
Sede a Graach, tra Bernkastel e Wehlen, con 4,2 ettari vitati totali nel cuore della Mittel Mosel che danno circa 35.000 bottiglie annue; le parcelle principali, di due ettari ciascuna, si trovano nel Graacher Domprobst (di cui Schaefer è ormai nome di riferimento) e nel Graacher Himmelreich (Lage molto ampio con alcune parcelle che si avvicinano alle potenzialità del Domprobst ed altre di livello inferiore) con presenza di vigne centenarie e a piede franco, ma gli Schaefer possiedono anche 2.000 metri quadrati nel Wehlener Sonnenuhr.
In questo post parleremo dell'annata 2013 ed in particolare dei due kabinett prodotti.

Il suolo del Graacher Domprobst

Annata con rese produttive molto ridotte (meno 50% rispetto alla media) e gradi Oechsle elevati, niente vini trocken, né Qba prodotti a causa della scarsa quantità di uve disponibili, così l'azienda si è concentrata sul cuore della produzione aziendale: i vini con predicato "classici" con residuo zuccherino.

Graacher Himmelreich

Vendemmia breve, iniziata il 18 ottobre e terminata il 30 ottobre, con il caldo umido e le piogge della prima metà del mese che hanno velocizzato i processi di maturazione, rischiato di far perdere ulteriore prodotto e costretto ad accelerare i lavori. Quindi, solo dodici giorni di raccolta con ben quaranta vendemmiatori impiegati.
In cantina, come di consueto, lieviti indigeni e fermentazioni in fuder da 1.000 litri, cui sono seguiti lunghi affinamenti sulle fecce.

Graacher Himmelreich kabinett 2013
Naso fruttato, sensazioni di pesca gialla e albicocca, mela, poi frutti tropicali e sullo sfondo toni floreali e di erbe aromatiche; quasi "caldo" nell'espressività, polposo e d'impatto, immediato.
Profilo generale che gioca più sul frutto e su una certa rotondità olfattiva; forse non particolarmente incisivo al palato, ma molto piacevole e immediato, accattivante, pur perdendo qualche colpo sul fronte della profondità gustativa. Peccato veniale.


Graacher Dompbrost kabinett 2013
Meno esplosivo del primo, ma alla fin fine più lungo e fresco, anche più complesso nel finale grazie a note di zafferano che si espandono nel bicchiere. Meno d'impatto del precedente, ma più elegante; andrebbe aspettato di più e riscoperto con pazienza negli anni per goderne della piena espressività.
Cristallino, molto fine, complesso. Un mondo sfaccettato che già oggi sa regalare grandi soddisfazioni.



mercoledì 2 settembre 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 7

Troppo presto per fare bilanci sulla vendemmia 2015 e allora, nell'attesa, vi facciamo vedere un breve report sulla vendemmia 2014 nel cuore della Media Mosella fatta dall'onnipresente Ernie Loosen:


giovedì 20 agosto 2015

CEMBRA

Cembra Cantina di Montagna nasce nel 1952 ed oggi gravita attorno al gruppo La Vis; 400 viticoltori conferenti che lavorano tutti in Val di Cembra, nel bacino del porfido, l'oro rosso della zona. Vigne che si spingono fino agli 872 metri s.l.m. della Vigna della Forche, coltivata a Müller Thurgau.
Ed è proprio il Müller a farla da padrone tra i vitigni coltivati, visto che dell'etichetta-base aziendale vengono prodotte ben 300.000 bottiglie sulle 325.000-330.000 totali.
Passando al Riesling, la Vigna Cancòr (di proprietà del socio Roberto Nicolodi) si trova a Cembra, a 480 metri slm, con densità di impianto di 7.000 piante/ettaro.

Roberto Nicolodi

Il vino, prodotto con un saldo del 15% di manzoni bianco, fermenta in acciaio inox ed affina sulle fecce per otto mesi sempre in acciaio inox.
Le belle foto provengono dal sito Internet della Cantina e fanno capire il significato dell'espressione "viticoltura di montagna".

Vigna Cancòr

Vigna Cancòr

Trentino Riesling Vigna Cancòr 2013 - Cembra Cantina di Montagna
Al naso erbe aromatiche leggermente balsamiche, buon frutto prevalentemente agrumato (gradevoli note di cedro). Palato sapido che non manca di polpa e soprattutto è succoso e dinamico.
Alla fin fine un piacevole peso medio che regala comunque discreta complessità, precisione e un bel bilanciamento che accentua la bevibilità. Molto gradevole.
Buona bottiglia, oltretutto affidabile e di buona costanza qualitativa negli anni.

Vittorio Barbieri

giovedì 30 luglio 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 6

Prima di chiudere la baracca per un paio di settimane e fuggire al sud, ecco un altro contributo della nostra video-scuola. Stavolta il Deutsches Weininstitut ci porta in Rheingau, "dentro" la vendemmia dell'Eiswein. Buona visione e buona estate, ci si vede dopo Ferragosto.
 
 

martedì 14 luglio 2015

Landò

Torniamo in Oltrepò, a Mairano di Casteggio, in quel bellissimo posto che è Le Fracce, azienda vitivinicola ma anche tanto altro: sede locale del F.A.I., della Fondazione Bussolera Branca, di un bel museo di carrozze antiche e di un'affascinante collezione di auto d'epoca. Il tutto immerso in un parco di alberi secolari. Andateci senza indugi, è un posto arioso e rilassante sulle prime colline sopra Casteggio: una boccata d'aria fresca e una valida possibilità per fuggire dal caos.
E ci torniamo per una verticale (parziale, sei annate) del Riesling "Landò", tra i Riesling di riferimento in zona.
Non è la prima volta che Le Fracce compare su queste pagine, ne avevamo infatti già parlato qui, descrivendo l'annata 2010 del Landò, vino prodotto dal 1993 anche se solo dal 2001 porta il nome attuale, che indica un antico modello di carrozza.
 
 
Il Landò proviene da due diverse sottozone, Mairano (argille rosse) e San Biagio (argille e sabbie con vene calcaree), anche se negli anni la provenienza delle uve si è sempre più concentrata su San Biagio, dove si trova il più alto vigneto di Casteggio, esteso per 1,40 ettari a 350 metri s.l.m., prima del bosco ai piedi del Monte Ceresino.
 
Il vino viene prodotto da vigne piantate tra la fine degli anni '80 (Mairano) e i primi anni '90 (San Biagio) con cloni alsaziani.
In cantina macerazione a freddo prima della pressatura e successivo affinamento sulle fecce in acciaio nel periodo pre-imbottigliamento. Produzione annua che in genere varia dalle 9.000 alle 14.000 bottiglie, anche se in alcune annate passate (vedi '96) si è sfondato il tetto dei 18.000 pezzi.
Alla verticale di sei annate (tre recenti, tre più stagionate) oltre ai due giardinieri hanno partecipato il direttore di produzione Pietro Dilernia, in azienda dal 1992, e il direttore tecnico Roberto Gerbino, qui dal 1999, che ringraziamo per l'ospitalità e la grande disponibilità.
 
Roberto Gerbino, a sinistra, e Pietro Dilernia, a destra
 
2014
Imbottigliato ad inizio aprile 2015.
Nonostante il recente imbottigliamento il naso è già su buoni livelli di espressione. Bel frutto agrumato nitido con sensazioni di arancia e caramella al limone, poi floreali e di erbe aromatiche con sfumature quasi balsamiche (citronella, menta). Al palato polpa e freschezza (tra le due prevale la freschezza, qua e là quasi citrina) che lasciano pensare ad un buon potenziale di invecchiamento.
 
2012
Note più evolute, o meglio, di espressività più matura con carattere idrocarburico che ha iniziato a prendere il sopravvento, ma anche toni agrumati e di sasso bagnato; palato sapido, pieno, ma un po' meno compatto del precedente, più caldo e con qualche sbuffo alcolico che tende a sbilanciare l'armonia generale.
 
2010
Riassaggio a distanza di due anni per una delle migliori riuscite in casa Le Fracce sul versante Riesling, figlio di un'annata più fresca rispetto al campione del 2012, che ha reso più lenta e graduale l'evoluzione gusto-olfattiva. Agrumi e scie elegantemente tropicaleggianti al naso, ma soprattutto una trascinante vigoria salata in bocca che dà sprint e allunga la progressione gustativa. Dinamico, saporito e roccioso.
 

2001
Salto nel tempo, fino alla prima annata che ha avuto il privilegio di chiamarsi Landò.
All'inizio note di confettura di albicocca e di susina, poi fiori macerati, idrocarburi, lievi toni canforati; naso complesso. Bocca diritta e integra, di impatto e sviluppo ancora freschi.
 
2000
Annata in cui, a causa di una grandinata che ha colpito la zona di S. Biagio, il Landò è stato prodotto più che altro con le uve di Mairano.
Colore dorato carico evoluto; lì per lì al naso note torbate e leggermente fumè, poi miele di castagno, panettone, croccante alla nocciole. Bell'impatto ai primi sorsi, perché se il colore "caldo"/evoluto può lasciar presagire meno sprint, il palato è invece fresco e giocato su più dimensioni (polpa rotonda, sapidità, acidità, ritorni aromatici) che lo articolano.
 
1996
Dopo quasi venti anni di vino il tappo può fare la differenza, le diversità tra bottiglia e bottiglia possono essere significative ma, come dice Gerbino riferendosi al campione di 1996 stappato oggi: "stasera è bravo".
Colore dorato molto carico, simile a quello del 2000. Appena versato lieve nota di crosta di formaggio presto surclassata da aromi che spaziano dalla confettura di rabarbaro, al bergamotto candito e a sfumature da distillato, poi cappero sotto sale. Bocca viva con tratti di salinità felpata molto incisiva che si riverbera nel finale.
Profilo che in generale alterna tratti ossidativi a tanta salinità, per quello che oggi è diventato un intrigante e piacevolissimo vino da meditazione sui generis.
 


Vittorio Barbieri (ha collaborato Alberto Alfano)

martedì 7 luglio 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 5

Il clima bollente vi opprime? Accendete il condizionatore, prendete il ventilatore, mettetevi in piscina, stappate un Riesling e  gustatevi questi 29 minuti di "Jancis's Robinson Wine Course" (BBC, 1995) in cui Jancis Robinson dice la sua sul Riesling facendosi aiutare da alcuni produttori tedeschi e austriaci (come l'onnipresente ed instancabile Ernie Loosen).
Buona visione
 
 
 

giovedì 25 giugno 2015

TASCHLERHOF

Poco a sud di Bressanone, il maso Taschlerhof è stato per anni conferitore di uva all'Abbazia di Novacella, ma dal 1991 Peter Wachtler ha scelto di diventare interprete e traduttore in proprio del territorio del Lahner, ricco di scisto e quarzite, con pendii ripidi ("Lahner" significa "scivolo") e terrazzati posti a 500-550 metri slm.
 
 
4 ettari in tutto per circa 30.000 bottiglie annue prodotte (5-6.000 delle quali di Riesling).
E 4 vitigni; oltre al riesling Peter coltiva infatti gewurztraminer, kerner e sylvaner (da cui ricava probabilmente il più celebrato dei suoi vini, il Sylvaner Lahner).
 
 
Le due immagini che vedete qui sopra sono state prese dal sito Internet di Taschlerhof, www.taschlerhof.com
 
Alto Adige Valle Isarco Riesling 2014 - Taschlerhof
Imbottigliato da poche settimane al momento dell'assaggio, al naso (già in una fase di apertura olfattiva più che accettabile) alterna scie agrumate e di frutti bianchi (mela, pera) a toni di sasso/roccia. Palato compatto, vivo e contrastato, in armonia tra polpa, estratti e verve acido-sapida.
Non stupisce con effetti speciali, è buono e si fa bere.
Ben fatto e godibile ora, sarà interessante risentirlo tra due-tre anni.
 
Vittorio Barbieri

giovedì 11 giugno 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 4

Ernie Loosen è un grande produttore ed un ottimo divulgatore, lo ritroviamo quindi nella quarta puntata della video-scuola del Riesling in un video di Jamie Goode di www.wineanorak.com, a passeggio tra le vigne di Erden ed Urzig, letteralmente dentro la dimensione della Mosella che più ci affascina. A voi, buona visione.
 
 

lunedì 1 giugno 2015

Graf Von Schönborn

Graf Von Schönborn è un marchio storico di Hattenheim, a pochi km da Geisenheim; azienda da oltre 300.000 bottiglie annue ottenute da una cinquantina di ettari (90% riesling, il resto pinot nero e pinot bianco).
 
 
Il proprietario è Paul Von Schönborn, erede di una nobile famiglia che produce vino dal 1349 e che ha proprietà, non solo viticole, in altre prestigiose aree della Rheingau, ma anche in Franconia e in Portogallo. Noi ci concentreremo sull'attività vitivinicola nel Rheingau e su un vino in particolare, proveniente dal Nussbrunnen, Cru di dieci ettari (marne sabbiose e loess) con esposizione a sud-sud est e nome che deriva dalla presenza di una fontana (brunnen), un tempo circondata da alberi di noci (nuss): da qui "Nussbrunnen", ovvero "fontana delle noci".
 
 
Hattenheim Nussbrunnen kabinett trocken 2011 - Graf Von Schönborn
Naso con sensazioni quasi citrine, di limone candito, poi spezie (zenzero), note di frutti gialli (albicocca). Palato secco ma non troppo, o meglio, secco e diritto ma dove emergono una componente aromatica fruttata e una certa polpa gustativa che "arrotondano" l'impatto generale, ingentilendo qualche asperità. Piacevole.
 
 
 
Vittorio Barbieri

giovedì 21 maggio 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 3

Giusto per dare un senso alle espressioni "pendenze estreme" e "paesaggi mozzafiato", un drone ci aiuta a scoprire la conformazione del Brauneberger Sonnenuhr e del Brauneberger Juffer Sonnenuhr. Sconsigliato a chi soffre di vertigini.
Se dopo il video vi va di approfondire, qui trovate la carta di identità del vigneto.
 
 
Vittorio Barbieri

martedì 12 maggio 2015

MINIERE DI RAME

Schäfer-Fröhlich è uno degli interpreti di punta della Nahe, piccola regione capace di regalare alcune tra le più luminose gemme rieslingose grazie anche ad altri interpreti come, ad esempio, Emrich-Schönleber e soprattutto Dönnhoff.
La famiglia Fröhlich, e Tim in particolare, gestisce 16 ettari piantati principalmente (80%) a riesling e per il resto a pinot bianco in diversi Comuni della zona, quali Bockenau (dove ha sede l'azienda), Monzingen e Schlossböckelheim (dove si trova il Cru del vino che abbiamo assaggiato all'Antica Osteria del Teatro di Piacenza).
 
 
Schlossböckelheimer Kupfergrube spatlese trocken 2005 - Schäfer-Fröhlich
Da suoli vulcanici ricoperti di rocce magmatiche nerastre, porfido nero, e ardesia in un sito che a lungo è stato sede di una miniera di rame ("miniera di rame" è appunto il significato di "Kupfergrube") e che agli inizi del '900 è stato riconvertito a vigneto.
 
 
Naso nitido e preciso, al tempo stesso elegante e deciso, con sensazioni di camomilla, menta, frutto maturo e sasso bagnato; palato diritto e ben bilanciato con una godibile, e non troppo aggressiva, nota speziata-salata. I dieci anni di vita hanno dato respiro e slancio ad un vino che ha ancora tanto da dire.
Profondo, ma alla fin fine beverino, scorre, scorre, scorre...e dopo pochi minuti tocca piacevolmente ordinare una seconda bottiglia.
 
 
PS Come? Le foto della bottiglia son più belle del solito? Certo, è perché non le ho fatte io, ma Roberta Suzzani. Grazie, Roberta.



Vittorio Barbieri

domenica 3 maggio 2015

RIESLING VIDEO-SCHULE 2

Stavolta la Riesling Video-Schule ci porta negli oscuri meandri della lingua tedesca.
Tutto quello che avreste voluto chiedere sulla pronuncia dei vini tedeschi, ma non avete mai osato chiedere, lo trovate in questo video del Deutsches Weininstitut. Dopo averlo visto non avrete più dubbi su come pronunciare "Gutsabfüllung" e "Spätlese". Buona visione.
 

giovedì 23 aprile 2015

IL PFALZ NON FINISCE MAI

Pasqua è un ottimo momento dell'anno per rivedere vecchi amici, soprattutto per rivedere quelli che vivono e lavorano in Germania nel Pfalz, o Palatinato, producendo Riesling. Un paio di settimane fa Nicola Libelli è tornato all'ovile in quel di Piacenza accompagnato dalla sua dolce metà Yvonne Lucas, produttrice anch'essa nell'azienda di famiglia, Margaretenhof, e da un altro, giovane, produttore della regione: Georg Fußer (che d'ora in poi tradurremo in "Fusser").
Per un'introduzione su Dr. Bürklin-Wolf, l'azienda di cui Nicola Libelli è kellermeister dal 2012, vi rimandiamo qui e qui, mentre per tornare su Margaretenhof andate qui. Di Fusser parleremo per la prima volta su queste pagine poco più in basso. Per approdondire il tema Pfalz potete leggere questo vecchio post.
I tre hanno presentato parte delle rispettive nuove produzioni (tutti vini trocken annata 2013) presso l'Enoteca del Morino di Piacenza che già l'anno scorso aveva ospitato un evento simile.
La foto di gruppo qui sotto proviene dal profilo Facebook dell'Enoteca. 


Da sinistra: Massimiliano (Enoteca del Morino), Yvonne, Nicola e Georg

Dr. Bürklin Wolf
Tre vini presentati dall'azienda con sede a Wachenheim: il "base" aziendale, un "village" e un "Premier Cru" (la terminologia francese non è usata a caso, perché è l'azienda stessa ad utilizzarla almeno in parte).

La pressa Willmes di Buerklin-Wolf

Riesling Trocken: semplice e gradevole, agrumato (quasi limonoso), sia al naso che in bocca. 
Wachenheimer: Note floreali e agrumate al naso, palato ammorbidito da scie rotonde.
Ruppertsberger Hoheburg P.C.: naso che troverà apertura nel tempo, ma che già ora esprime toni leggermente balsamici e floreali; palato compatto e armonico, salato, con finale lungo.

Margarethenhof
Due vini presentati al Morino, tra cui la versione 2013 del "Grand cru" di Forst, Jesuitengarten. 
Forster Mariengarten: qualche nota lattica al naso, camomilla sullo sfondo. Corpo sottile e vispo, con acidità ancora un po' slegata ma di buon tono sapido.

Jesuitengarten a Forst

Forster Jesuitengarten: i toni lievitosi coprono ancora, in parte, il frutto agrumato, la pesca e una tenue sensazione di selce. Bocca con sviluppo ampio, salino e compatto, ma meglio dare almeno tre-quattro anni alla bottiglia per "aprirne" il carattere complesso.

Martin&Georg Fusser
Lasciamo per ultima la novità (almeno per noi) e piacevole sorpresa: i fratelli Fusser di Niederkirchen, che hanno fondato la cantina dopo studi a Bordeaux e a Geisenheim ed hanno realizzato la loro prima vendemmia nel 2007. Gli ettari lavorati sono 11,5 (vigne a Niederkirchen, Ruppertsberg e Deidesheim) per circa 40.000 bottiglie prodotte in media all'anno.

Grappoli di Riesling nel Deideshmeimer Paradiesgarten

Ruppertsberger Riesling: al naso unione tra aromi di roccia e un gradevole frutto (mela verde su tutti), poi bocca salata, abbastanza polposa, con finale schioccante e sicuro.
Deidesheimer Paradiesgarten: speziato e floreale, ampio al naso; palato pieno e affilato al tempo stesso, articolato, ravvivato da una sensazione salata (quasi piccante) molto viva. Bel finale. Vino completo.

Vittorio Barbieri