lunedì 6 gennaio 2014

CLOS WINDSBUHL

Ok, Zind-Humbrecht è Zind-Humbrecht e forse non avrebbe bisogno di presentazioni, ma noi non resistiamo alle presentazioni, quindi vi facciamo un brevissimo racconto dell'azienda e soprattutto del vigneto protagonista oggi: il Clos Windsbuhl di Hunawihr.

Nel Clos Windsbuhl
L'AZIENDA
40 ettari tra Thann, Hunahwir, Gueberschwir, Wintznenheim (dove fino a venti anni fa c'era la cantina aziendale) e Turckheim, dove nel sito “Herrenweg”, oltre alla struttura che ospita cantina, uffici e sala d'accoglienza progettata da Yves Pircher lungo la strada che collega Colmar e Turckheim, si trova il maggior nucleo vitato, di 18 ettari.

La sede aziendale in una foto di Stefano Pizzamiglio
Le famiglie Zind e Humbrecht producono vino da secoli, ma l'unione via matrimonio tra Léonard Humbrecht e Geneviéve Zind nel 1959 porta alla nascita dell'azienda nella forma che oggi conosciamo. Léonard Humbrecht ha ormai ceduto le redini al figlio Olivier (aiutato dalla moglie Margaret), comunque all'opera in azienda già dal 1989.
L'azienda ha iniziato le prime sperimentazioni biodinamiche in vigna nel 1997 per inaugurare formalmente il periodo di conversione in toto all'Agricoltura Biodinamica l'anno successivo.
 
LA VIGNA
Windsbuhl è un lieu dit situato appena fuori l'abitato di Hunahwir.
 
Il Clos Windsbuhl delimitato dal perimetro rosso, a sud ovest di Hunahwir
 
Poco meno di 5,5 ettari con vista sulla chiesa del villaggio, a 330-360 metri, altitudine elevata per l'Alsazia. Per questo e per il microclima fresco e “tardivo”, spesso è l'ultima parcella ad essere vendemmiata in azienda. Ufficialmente non è un Grand Cru, anche se potenzialmente (e spesso pure nella pratica) vale questo rango. Esposto a sud, sud est, con pendenza dal 15% al 40%, è collocato tra i Grand Cru Rosacker e Schoenenbourg e geologicamente è più simile al primo. Suoli del giurassico di calcare conchilifero, ricchi d'argilla e rocce calcaree in parte affioranti.
 
La teca dedicata al suolo del Clos, nella sala degustazione aziendale
 
Citato per la prima volta nel XIII secolo, ha assunto l'attuale configurazione nel 1760, epoca in cui i vini di Windsbuhl erano tra i più cari e ricercati d'Alsazia.
Oltre al riesling (0,9 ettari con età media di 35 anni) ci sono anche parcelle di pinot gris, in realtà il vitigno più rappresentato, gewurtraminer e chardonnay.
Zind-Humbrecht ha acquisito l'intero Clos Windsbuhl (che dunque è un monopole) nel 1987, effettuando la prima vinificazione l'anno successivo.
 
 
L'ANNATA - 2009
Inverno secco e dal clima mite, con temperature a tratti primaverili che hanno portato al pianto delle gemme anticipato (intorno al 10 aprile). Caldo anche in primavera, alla fine di maggio si è fatto notare il giorno più caldo mai registrato nel corso di questo mese in Alsazia, con 37,5°.
Fioritura anticipata a fine maggio nei siti più precoci (Herrenweg, accanto alla cantina), ma a fine giugno un brusco cambio del clima ha rallentato la fioritura nei siti più tardivi (Clos Windsbuhl compreso, in ritardo di oltre due settimane rispetto a Herrenweg).
Giugno e luglio nella norma, caldo con qualche pioggia ma senza eventi estremi, agosto molto secco e caldo, settembre e ottobre (i due mesi in cui si è vendemmiato) con bel tempo. Annata complessivamente calda, con uve sane, buone maturità di frutto e acidità in media non molto alte.
Il microclima più fresco del clos ha preservato l'eleganza del vino permettendo di raccogliere uva pienamente matura e ricca di zuccheri, ma con pH basso (non scontato in un'annata calda come questa).
 
La cantina, con le botti di legno termoregolate
 
IL VINO
ALSACE RIESLING CLOS WINDSBUHL 2009
Per orientare il consumatore, dal 2001 l'azienda ha introdotto un indice di dolcezza riportato in etichetta. Un numero da 1 a 5 dove 1 indica vini secchi e 5 vini molto dolci, più o meno.
Questo è un Indice 2, ovvero vino all'incirca (semi)secco, cioè con residuo zuccherino ben presente (16 gr./l), ma non così avvertibile da considerarlo “vino dolce”.
Affinamento sulle fecce fino all'imbottigliamento, avvenuto nel mese di febbraio 2011.
Il naso sembra possa ancora esprimersi e distendersi, ma già ora sprigiona sensazioni eleganti, quasi delicate, che spaziano tra note marine, di gesso e ghiaia, leggermente fumè ed altre che insistono su un frutto agrumato (limone) quasi candito, poi uno sfondo mandorlato.
 
 
Il palato è oggi più rivelatore e comunicativo: attacca avvolgente, grasso e pieno, si sviluppa saldo e compatto per finire con buona lunghezza e slancio. Unione riuscita tra frutto dolce accattivante e tensione gustativa, con finale dove la rotondità del frutto e del residuo zuccherino si incontra con un'acidità saporita e salata.
Vino stratificato, leggibile su più livelli: facile e godibile per chi vuole coglierne solo la superficie, affascinante e complesso per chi vuole andare più in profondità godendone dei chiaroscuri (e in questo caso consiglio l'attesa di un altro paio di anni prima di stappare).
 
Vittorio Barbieri

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